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“Solo lo stupore conosce” - Bellezza, vita e speranza come sapori inconfondibili del turismo religioso

Una interessante riflessione, tenuta ad Assisi per la Giornata di Studio dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana

Turismo Spirituale


“Solo lo stupore conosce” - Bellezza, vita e speranza come sapori inconfondibili del turismo religioso

Una interessante riflessione, tenuta ad Assisi per la Giornata di Studio dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana, sullo stupore che i luoghi di culto esercitano nel turista- pellegrino.

Afferma l’autore che se le nostre basiliche e cattedrali provocano “stupore” è prima di tutto perché chi le ha costruite lo ha voluto. Ma questo stupore è oggi improvvisamente potenziato dal contrasto crescente fra la densità di senso del monumento religioso e la “liquidità” del senso nelle nostre società occidentali. L’uomo occidentale è irresistibilmente attratto da questa “alta tensione identitaria” in un paesaggio di “penuria identitaria”. Perciò l’uomo post‐cristiano che entra in un monumento sacro cristiano subisce una sorta “shock” o di “violento stupore” che va accompagnato.

La nuova esperienza del “roveto ardente” ha bisogno della sua “parola interpretativa”. Altrimenti scattano nel “Mosè” di oggi tutti i meccanismi di difesa che lo mantengono all’interno della sua “zona di confort” intellettuale ed esistenziale. L’orizzonte di senso, l’interpretazione viva del contesto che ha generato l’opera d’arte è ciò che una vera ermeneutica cerca di ricuperare. Nella grande Tradizione dell’arte cristiana l’orizzonte di senso delle opere pensate per l’aula liturgica è evidentemente un orizzonte di senso liturgico e spirituale. E’ questo orizzonte di senso che una buona accoglienza nei monumenti cristiani dovrebbe presentare, per permettere al turista e visitante di operare la propria “fusione degli orizzonti”.

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