Il turismo religioso al tempo del COVID-19
Uno dei settori più colpiti dalla pandemia è stato ed è sicuramente tuttora, anche in questi primi tempi di una nuova fase di normalizzazione, quello del turismo. Il turismo in generale innanzitutto, ma di converso anche il turismo religioso o spirituale, che rientra a pieno titolo all’interno del comparto del turismo culturale.
Innumerevoli sono i luoghi del turismo religioso in Italia e in Europa, dai grandi e piccoli cammini di fede che l’attraversano, ai santuari che come un cielo stellato la trapuntano; dalle abbazie ai monasteri, dagli ostelli alle case di accoglienza e per ferie. Un comparto in seria difficoltà, pronto a ripartire con forza per rilanciare e valorizzare i territori, le tradizioni locali, i poli culturali territoriali.
L’ufficio per la pastorale del turismo, tempo libero e sport della conferenza episcopale italiana, in questi mesi di forzato isolamento, ha attivamente promosso le bellezze del patrimonio religioso italiano, facendone scoprire alcune impensate e spesso dimenticate. Un grande patrimonio che in questo momento a tutti e ciascuno è chiesto di sostenere, visitare, rilanciare una volta riaperta la possibilità di viaggiare.
E proprio quest’ottica domenica 25 ottobre a Vicenza, nel contesto di Koinè avrà luogo il meeting nazionale dei cammini di fede: vogliamo ripartire da qui, dai grandi cammini che anche al tempo del covid 19 possono connettere in maniera attiva ed organica le bellezze e le ricchezze culturali dei territori.