IL TURISMO RELIGIOSO

Tra evangelizzazione e sviluppo dei territori

Turismo Spirituale



La Bellezza, di cui in Italia siamo custodi, interpella la comunità cristiana e l’intera società ad essere non solo custodi di un patrimonio millenario da conservare, ma anche creativi nell’attivare laboratori di valorizzazione che rispettino il passato e i suoi valori, ma che amino anche il presente e le sue possibilità. 

Fare in modo che l’enorme patrimonio culturale e relazionale del nostro Paese diventi Locus Lucis, luogo diffuso di esperienza della Bellezza.  «Nella società dei non-luoghi, la Comunità cristiana intende attivare un processo di destrutturazione di ogni isolamento e di ogni sfruttamento per iniziare a spianare la strada affinché i territori diventino luoghi in cui ogni persona si senta accolta e riconosciuta, dove si tessono situazioni in cui le relazioni sappiano offrire calore, dove il patrimonio di cultura e tradizione sappia stupire e le persone abbiano qualcosa da raccontare»

Il turismo religioso è per tutti noi (comunità cristiana, istituzioni civili e culturali, imprese, mondo del terzo settore) una grande opportunità: un’enorme riserva di valore per l'Italia e per gli italiani di oggi e di domani, nonché fonte di occupazione qualificata nell'ambito del saper fare creativo, dell'industria culturale e della creazione di destinazioni turistiche omogenee. 

Intendiamo farci interlocutori di chiunque abbia a cuore il futuro dell’Italia e degli Italiani, con particolare riguardo a quella maggioranza meno rumorosa che vive lontano dalle grandi città, nella dimensione dolce di provincia, nei piccoli Comuni e nei Borghi, nelle aree interne del Paese e nel Mezzogiorno. Lo sviluppo sostenibile si compone di elevate componenti immateriale, spesso ritenute infruttifere o marginali: paesaggi, comunità locali, produzioni tipiche, artigianato, beni culturali, patrimoni d'arte, di cultura e di fede, vissuti come fattori disaggregati che soffrono la polverizzazione dettata da confini amministrativi e eccessive dosi di campanilismo. Eppure possono costituire lo strumento per connettere luoghi e situazioni, beni culturali e ambientali, monumenti e attrattori minori, attraverso attività di animazione quali laboratori, esperienze di visita, allestimenti più o meno temporanei, eventi e rievocazioni storiche che possono costituire alcune tra le principali tappe di un viaggio alla scoperta dei territori ampi e plurali d’Italia, consentendo il recupero e la valorizzazione delle loro valenze peculiari e non delocalizzabili, ma anche di restituire al Paese la sua naturale prospettiva di ponte sul Mediterraneo, di cerniera tra le diverse culture che dall’Europa guardano alle sensibilità culturali e religiose che si affacciano sul Mare Nostrum. Un percorso non semplice. Certo impegnativo. Ma come ogni cammino è fatto di tappe – e l’arrivo non rappresenta mai la fine ma il punto di partenza di un viaggio nuovo – così questo Simposio è il lancio di una nuova sfida: proseguire nella ricerca e nell’esplorazione dei territori, nell’ascolto e nella divulgazione, nella scoperta di buone prassi da narrare e trasferire, di contenuti che integrino e amplino il messaggio evangelico, verso esigenze contemporanee cui dare risposta e di scenari futuri ancora da disegnare.

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