È un papa Francesco assorto in un profondo silenzio quello che lo scorso primo dicembre a Greccio, la cittadina nei colli laziali definita la “piccola Betlemme”, ha donato alla Chiesa una sua nuova catechesi con una lettera apostolica sul significato e il valore del presepe, una tradizione che bisogna continuare, scrive il Papa nel documento, in casa, come pure "nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze".

"Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita - ricorda il Pontefice -. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi". E dunque anche noi dobbiamo portare gioia dove c'è tristezza e speranza a chi l'ha perduta. Immedesimiamoci in Maria, che depose il suo Figlio nella mangiatoia, perché non c’era posto in una casa. Con lei e con San Giuseppe, suo sposo, teniamo lo sguardo rivolto al Bambino Gesù. Il suo sorriso, sbocciato nella notte, disperda l’indifferenza e apra i cuori alla gioia di chi si sente amato dal Padre che è nei cieli".

Non manca una nota, nel pensiero del Pontefice, a tutte le espressioni artistiche che il tema della Natività ha permesso di realizzare nei secoli: dalle pitture alle sculture, agli allestimenti annuali della sacra rappresentazione.

È un capolavoro di semplicità e al contempo profondità la Lettera donata al mondo: un invito a ripercorrere con la memoria ed il cuore un tratto di sentiero accanto ai volti dei singoli personaggi che da sempre popolano il presepe, per giungere al cospetto della mangiatoia e ricevere un rinnovato mandato. 

Al seguente link è possibile sfogliare la Lettera:

http://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-lettera-ap_20191201_admirabile-signum.html