TERREMOTO DEL MUGELLO.

FERITE LE CHIESE DI S. SILVESTRO, DEL BOSCO AI FRATI, DI PETRONA

Edilizia di Culto



Ancora un terremoto ha fortemente scosso nella notte tra l’8 e il 9 dicembre il territorio italiano: Il sisma delle 4,37 ha avuto una magnitudo Richter 4.5 ma nella zona appenninica interessata dall'evento, già dalla serata dell'8 dicembre a partire dalle 20:38, si erano registrati circa 25 terremoti, di magnitudo compresa tra 1 e 3.4. E ancora un a volta diversi edifici hanno riportato profonde lesioni, non ultime diverse chiese e diversi torri campanarie.

Già nel 2014 Stefano Cattaneo in un interessante lavoro di tesi in Scienza delle Costruzioni dal titolo “Vulnerabilità sismica delle chiese in muratura: il meccanismo di collasso per risposta trasversale dell'aula. Metodologia di analisi e parametri che influenzano il fenomeno” in base alle sue analisi del sisma 2012 che aveva duramente colpito l’Emilia, sottolineava come “l’osservazione critica dei danni riportarti in seguito ad eventi sismici da edifici storici realizzati in muratura ha mostrato l’aspetto ripetitivo di molti meccanismi locali connessi alla perdita di equilibrio ed alla trasformazione in un cinematismo di una o più porzioni del manufatto edilizio. In particolare per le chiese sono stati evidenziati 28 meccanismi di collasso catalogati dal Dipartimento della Protezione Civile, tramite il DCPM n. 55 del 23/02/2006 e il DCPM del 9/02/2011”. 

Koinè 2019 aveva incontrato l’Ing. Massimo Mariani, uno dei massimi esperti nazionali di Terremoti che aveva presentato esperienze di lavoro, prive di elaborazioni fisico-matematiche perché, convinto dai recenti risultati delle sue ricerche che portano ad una visione tutt’altro che deterministica della realtà nell’analisi dei terremoti e dei dissesti strutturali in genere (non perfettamente consonanti con gli schemi della Meccanica Classica), ha raggiunto la convinzione che, prima di tutto, sia necessario diffondere la pratica colta del “saper leggere” le strutture  per interpretarne necessità e patologie, per poi ricorrere alle più idonee tecniche di intervento, sempre nel peculiare rispetto del bene su cui si sta operando.  Il suo intervento si concentrò sul raccontare esperienze per fornire a chi ascoltava gli strumenti indispensabili per un'attenta lettura delle origini dei dissesti del sistema strutturale che si studia.  Ed affermava in maniera lungimirante che “noi Architetti e Ingegneri abbiamo sempre più bisogno di vedere chi progetta per divenire partecipi al futuro, migliorando il nostro sapere, perché le ideazioni contengono intimamente la fantasia che suscita la soluzione per il sistema strutturale e architettonico da curare”.

Un cammino intravisto e iniziato a percorrere dai pionieri, quantomai urgente ed importante per il patrimonio ecclesiale.

Share this article:
Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente. Aggiorna ora

×