Il restauro della Chiesa della Beata Maria Vergine Assunta a Concesa

Edilizia di Culto


Il restauro della Chiesa della Beata Maria Vergine Assunta a Concesa

L’intera opera di Spirito Maria Chiapetta (Milano 1868 - Triuggio 1948) - ingegnere e sacerdote all’età di 56 anni - è caratterizzata da un ritorno al “gotico”, lo stile che meglio s’addice alla vasta produzione, quasi esclusivamente incentrata su edifici di culto.

Gli interni delle sue chiese sono caratterizzati da una particolare predilezione per la “decorazione”, cui si uniforma anche la parrocchiale di Concesa (Mi) eretta nel 1910. Il restauro del 1995 privilegia di conseguenza l’intonazione generale dell’ambiente, rispettando il più possibile colori, forme e materiali.

Unica eccezione è rappresentata dalla rimozione del pavimento delle tre navate alquanto compromesso, avendo cura però, dopo il miglioramento dell’habitat mediante una “struttura anticondensativa” a più strati che isola dal sottosuolo, di salvare e riposare la maggior parte delle pianelle in graniglia originali, particolarmente quelle della passatoia centrale, che vengono inserite a gruppi di 4 nella nuova composizione.

La conservazione dei dipinti assume un significato preminente, stante la severità che Chiapetta poneva sulla scelta del pittore. Qui cade sul romano Eugenio Cisterna (1862-1933), incaricato di dipingere tutta la chiesa.

La composizione, tradotta in un’inscindibile intesa tonale con i materiali dell’edificio (grigio della pietra di Oggiono per la struttura portata; bianco del cemento a vista per i tre altari) è esaltata dalla freschezza peculiare alla tecnica d’esecuzione.

Purtroppo però la “tempera”, povera di legante in alcune zone, ma in particolare sulle greche a sottolineatura dello schema di copertura delle tre cappelle, ritarda i tempi di pulitura, dovendo anticipare il consolidamento dei brani interessati.

L’inconveniente, cioè a dire l’inefficacia della calce quale coesivo del colore, può considerarsi unico vero degrado delle superfici decorate, a cui non è del tutto estraneo l’accennato fattore condensazione.

Considerato il discreto stato di conservazione delle superfici in cemento e della pietra si decide per le sole operazioni di pulitura e stuccatura. Alle 25 finestre è sostituito al vecchio un nuovo telaio in ferro zincato, atto a contenere sia i vetri decorati, sia la loro protezione esterna con antisfondamento. Integra l’arredamento il nuovo impianto d’illuminazione con la riproposizione sulla platea delle sfere simili a quelle d’epoca.

 


ITALO MAZZA – Nel 1979 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano. Il restauro architettonico costituisce l’interesse principale della libera professione, accanto all’arredo in stile e alle arti applicate. Dal 1980 suoi arredamenti appaiono in diverse riviste di settore. Biografia: Italo Mazza, “Il Santuario di S. Maria Annunciata a Cabiate storia e restauri”, Cabiate (Co), 1993.

 

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