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Arte delle chiese, arte nelle chiese: esperienze artistiche, nel linguaggio simbolico fra liturgia e contemporaneo

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Arte delle chiese, arte nelle chiese: esperienze artistiche, nel linguaggio simbolico fra liturgia e contemporaneo

Non dobbiamo nasconderlo: il patrimonio culturale ecclesiale è sottoutilizzato da ogni punto di vista: liturgico, pastorale, culturale, artistico, tanto da apparire troppo spesso più che una risorsa un onere gravoso in termini di responsabilità e di risorse da investire.
Sia i luoghi che le opere potrebbero avere diverse possibilità di usi non indecorosi per essere valorizzati nell’ambito di quella missione ecclesiale per cui sono stati prodotti, ovvero consentire l’esperienza della bellezza come strada per giungere a Dio, nella liturgia, ma non solo. Spesso questo aspetto, in molte occasioni di uso non liturgico, viene dimenticato o addirittura negato, palesando finalità diverse che non giovano all’immagine della Chiesa.
Spesso le chiese ospitano musica di ogni tipo senza considerare neppure come venga percepita l’esecuzione nel contesto di quello spazio particolare.
Talvolta si visitano chiese che sono state trasformate in gallerie d’arte (sempre che possa essere definita tale) dove si ha l’impressione che lo spazio sia stato locato per un obiettivo tutt’altro che rispettoso del luogo e della sua funzione e memoria.
A volte, anche luoghi ordinariamente officiati mostrano le opere con allestimenti “da museo” che ovviamente inevitabilmente condizionano e cambiano la percezione dei presenti rispetto all’intero ambiente.
Offrire ai luoghi di culto una seconda vita, oltre a quella consolidata dell’uso liturgico, comporta che ogni Chiesa locale assuma criteri, regole e obiettivi semplici, non complessi, ma pieni di delicata attenzione e molto equilibrio nelle modalità di intervento e gestione.
Basterebbe solo porsi due semplici domande: perché e come posso ospitare in chiesa questo evento artistico, e soprattutto quale esperienza intendo offrire a chi vi partecipa?

Ospitare eventi culturali e arte contemporanea nelle chiese implica innanzi tutto considerare il contesto del luogo come linea guida per interventi artistici che devono essere assolutamente site specific, per esprimere chiaramente il legame con il luogo che li ospita, valorizzandone la valenza simbolica.

Alla fine del processo creativo e artistico, che va seguito e accompagnato, l’opera o l’evento non sarà frutto solo della creatività di un artista ma il risultato di una azione dove traspare attraverso il sito, anche la comunità con la sua storia, la chiesa- comunità che ri- assume il ruolo di committente secondo la prassi durata per secoli.

Solo agendo così si ha un’opportunità di nuova evangelizzazione che avvicini anche chi non crede o appartiene ad altre religioni alla liturgia e che offra esperienze artistiche senza bisogno di didascalie, nella sinergia semantica fra luogo o opere, che si valorizzano a vicenda.

Gianmatteo Caputo, architetto, incaricato Triveneto per i beni culturali e l’edilizia di culto e Delegato Patriarcale per i beni culturali e il turismo del Patriarcato di Venezia


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