Luoghi di culto e sanificazioni
In questi giorni difficili ed incerti per la pandemia che ha così duramente colpito anche l’Italia, uno dei temi di massima attenzione per gli addetti dei beni culturali ed in modo particolare per gli operatori dei luoghi di culto è quello della sanificazione ed igienizzazione degli ambienti.
Diverse le voci in campo, dal ministero per i beni culturali, alle soprintendenze, al ministero della salute, alle curie. È indubbio che una gran parte del patrimonio artistico è custodita in luoghi di culto, adibiti ed abitati ordinariamente, non per la mera fruizione artistica, ma per le dinamiche della fede. Sono quindi luoghi duplicemente complessi: da un lato per il contenuto custodito, dall’altro per l’alta frequentazione dei locali. E se da un lato l’alta frequentazione implicherebbe sanificazioni intensive ed energiche, dall’altro la preziosità e fragilità delle strutture, la complessità e pregevolezza dei manufatti richiede invece una grande cautela. Infatti se per gli oggetti ed i luoghi vissuti dai fedeli, si rende necessario il ricorso a prodotti e operazioni specializzate, data la vitalità della carica virale stimata in nove giorni, per i Beni Culturali è consigliato invece l’isolamento in quarantena, in luogo asciutto e ben ventilato, per almeno 10 giorni, per evitare di danneggiare i materiali ed arrecare quindi un danno irreparabile al patrimonio culturale custodito.
Un tema complesso da affrontare e controverso: ne faremo il punto con i massimi specialisti del settore, in alcuni workshop dedicati a Koinè, a Vicenza dal 25 al 27 ottobre prossimi.