Accessibilità, interculturalità e dialogo religioso

Itinerari turistico religiosi interculturali ed accessibili

Edilizia di Culto


Accessibilità, interculturalità e dialogo religioso

La narrazione è, come sottolinea Bruner, il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l’uomo – in quanto soggetto socio-culturalmente situato – fa uso nella sua esperienza di vita. Attraverso la narrazione l’uomo conferisce senso e significato alle proprie esperienze e delinea coordinate interpretative e prefigurative di eventi, azioni, situazioni e su queste basi costruisce forme di conoscenza che lo orientano nel suo agire. Attraverso la narrazione l’uomo realizza non soltanto la conoscenza degli accadimenti e degli eventi, ma mette in relazione esperienze, situazioni presenti, passate e future rendendo possibile ipotesi interpretative e ricostruttive. La narrazione ha quindi una funzione epistemica: quella di innescare processi di elaborazione, interpretazione, comprensione, rievocazione di esperienze, accadimenti, fatti; dando ad essi una forma che renda possibile:a) descriverli e raccontarli ad altri; b) tentare di spiegarli alla luce delle circostanze, delle intenzioni, delle aspettative di chi ne e protagonista; c) conferire loro senso e significato, collocandoli nel contesto di copioni, routine, repertori socio-culturalmente codificati. La narrazione consente di ripensare le proprie esperienze e le proprie azioni ricostruendone il senso ed evidenziandone le possibili prospettive di sviluppo, portando alla luce le intenzioni, le motivazioni, le opzioni etiche e valoriali in esse implicate, inscrivendole all’interno di una rete di significati culturalmente condivisi, riconoscendo ad esse continuità ed unità. Ciascun continuum all’interno dell’esperienza di una persona che acquista un significato unitario è così riconoscibile come “unità narrativa”e viene a far parte di una sequenza/intreccio di unità connotata da una direzionalità e un senso.

Vogliamo raccontare una storia. L’idea di progettare itinerari turistico-religiosi interculturali ed accessibiliè nata ad Avellino nel mese di maggio del 2016. La connessione è stata l’accessibilità universale sulla quale abbiamo avuto modo di confrontarci sia all’interno del convegno “Valorizzazione, riuso e accessibilità dei beni culturali ecclesiastici” e sia nello spettacolo multisensoriale “Un viaggio tra i sensi” eventi entrambi promossi dalla Diocesi di Avellino. Abbiamo immediatamente condiviso come l’accessibilità universale sia uno strumento interdisciplinare interessantissimo per valorizzare il nostro patrimonio culturale materiale ed immateriale, recuperando la centralità delle persone indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche, sensoriali, linguistiche, anagrafiche, culturali e religiose.

Comunità accessibili. L’interesse dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’ediliziadi culto della CEI per i temi dell’accessibilità è sempre stato una priorità nel dare risposta alle necessità delle comunità parrocchiali in ordine alla realizzazione di nuove chiese, oppure per la progettazione di edifici da destinarsi alle attività pastorali e comunitarie (catechesi, formazione, incontri, spazi comunitari). L’accessibilità per tutti non è soltanto un approccio architettonico o tecnologico, ma una sensibilità che si applica nelle relazioni tra le persone, nella comunità e tra le comunità. Del resto gli spazi comunitari delle parrocchie connotano in modo qualitativamente innovativo e caratterizzano i luoghi e gli spazi della città offrendo luoghi di riqualificazione urbana e spazi di incontro tra le persone, di coesione sociale e di occasione per itinerari di ricostruzione del tessuto identitario. Il patrimonio storico diventa sempre più il mediatore di relazioni tra lecomunità del passato, i loro valori e le loro necessità culturali, religiose esociali e la comunità di oggi che in quelle si identificano. Si tratta di processi lunghi soprattutto di costruzione di comunità consapevoli,aperte e disponibili a superare i semplici aspetti funzionali o di necessità, di ciò che serve, per aprirsi a rapporti di relazioni aperte, accoglienti e costruttive, perché tutti e ciascuno si “trovino a casa”.

Turismo per tutti. “Turismo per tutti: promuovere l’accessibilità universale” e il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) per la Giornata Mondiale del Turismo del 2016. La Santa Sede ha aderito a questa iniziativa fin dalla sua prima edizione, consapevole della grande importanza di questo settore, così come delle sfide che pone e delle opportunità che offre per l’evangelizzazione. Negli ultimi decenni, è notevolmente aumentato il numero di persone che possono godere di un tempo di vacanza. Secondo l’ultimo Barometro dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, riferito al 2015, ammontaa 1.184 milioni il numero di arrivi turistici internazionali che, secondo leprevisioni, raggiungerà il traguardo dei due miliardi nel 2030. Con l’aumento numerico, è cresciuta anche la consapevolezza dell’influenza positiva esercitata dal turismo in molti ambiti della vita, con le sue numerose virtù e potenzialità: occasione per il riposo, opportunità per la conoscenza reciproca di popoli e culture, strumento di sviluppo economico, promotore di pace e di dialogo, possibilità per l’educazione e per la crescita personale, momento per l’incontro con la natura e ambito per la crescita spirituale, per citare alcune delle sue caratteristiche positive.E’ quindi possibile parlare di un “diritto al turismo”, che è certamente concretizzazione del diritto “al riposo ed allo svago”. Ma la costatazione della realtà dimostra che non è alla portata di tutti e sono ancora molte le persone che continuano ad essere escluse da questo diritto. Per questo, a livello internazionale, si sta promuovendo il cosiddetto “turismo per tutti”, che può essere usufruito da chiunque e che integra i concetti di “turismo accessibile”, “turismo sostenibile” e “turismo sociale”. Tra i gruppi destinatari degli interventi di questo settore si trovano i giovani, le famiglie numerose, le persone con disabilità e gli anziani, così come ricorda il Codice Mondiale di Etica del Turismo. Pertanto, è necessario promuovere un “turismo per tutti” che sia etico e sostenibile, nel quale si garantisca una reale accessibilità fisica, economicae sociale, evitando ogni sorta di discriminazione.

Dialogo interreligioso. Abbiamo iniziato ad immaginare un progetto ambizioso e complesso, maanche innovativo ed affascinante, quello di sperimentare l’accessibilità universale insieme al multiculturalismo ed al dialogo interreligioso per realizzare una proposta turistico-culturale capace di raccontare le contaminazioni fra la cultura e la religione cristiana, islamica ed ebraica. L’idea iniziale abbozzata ha preso corpo dalla conoscenza del Presidente della Comunità islamica d’Italia e responsabile certificazione internazionale Halal) e con il Rabbino Umberto Piperno (Rabbino capo del centro-sudItalia e responsabile certificazione Kosher). Ne nasce un progetto: ITRIA, promosso da un Comitato costituito ad hoc, che vuole raccontare le contaminazioni fra la cultura e la religione cristiana, islamica ed ebraica attraverso le tracce e la memoria dello sterminato patrimonio culturale materiale ed immateriale presente praticamente in tutte le realtà territoriali del nostro Paese. Il turista/pellegrino, il cittadino (presente o futuro), in generale il fruitore di questi itinerari potrà vivere un’esperienza interreligiosa straordinaria ed attraverso l’accessibilità universale, sperimentare nuove modalità di fruizione culturale, che non saranno solo i monumenti ed i siti archeologici, ma rappresenteranno in un territorio tutti quegli elementi aventi valore di civiltà ed in grado di stimolare e soddisfare bisogni, interessi e desideri. Sarà una grande occasione per incontrare le persone e le comunità che abitano il territorio, lo conoscono, lo apprezzano e che in esso si identificano. I processi identitari di scoperta e di appropriazione saranno una occasione eccezionale per la coesione sociale e per rinnovati investimenti lavorativi e di integrazione. Dal punto di vista culturale e dell’integrazione di comunità infatti gli itineraridi ITRIA si costituiranno come dei grandi laboratori per la costruzione della cittadinanza contemporanea, cui potranno partecipare cittadini, turisti e cittadini “in attesa”, così da diventare anche luogo di sperimentazione di nuovi modelli di accoglienza.

ITRIA vuole fornire un sistema integrato di indicatori relativo ai tre elementi base – accessibilità, multiculturalità, interreligiosità - per orientare l’approccio progettuale e materiale nella costruzione dei prodotti turistico-culturale (itinerari) e dei suoi servizi. Il progetto si propone altresì di fare leva sulle componenti immateriali dell’attrattività, derivanti sia da significati religiosi e storico-culturali sia da elementi legati alla sfera dell’emozionalità.  Un dialogo che deve essere prima di tutto “aperto” dove nessuno è escluso a priori, a partire dal pellegrino; un dialogo cui possa partecipare anche chi non appartiene a nessuna religione istituzionalizzata. Aperto anche perché sono accolti in esso tutte le domande, i dubbi, le problematiche. Aperto perché la religione non è “terra” di una qualche istituzione, ecclesiastica o politica che sia, ma appartiene a tutta  l’umanità. La religione è, prima di tutto, esperienza di senso, l’interiorità del dialogo tra le religioni, e una comunicazione sul senso e il significato della vita. Ciò che ci si scambia nel dialogo tra persone di religioni diverse sono le esperienze, le memorie, la storia, le profonde convinzioni, le domande interiori affinché si costruiscano itinerari che aiutino l’uomo nel suo cammino di incontro con il Creatore.

*Don Valerio Pennasso

Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni culturali ecclesiastici e per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana

 


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